Udine – Friuli Venezia Giulia
Parco della Rimembranza
A Udine nel 1987 si tiene un Consiglio nazionale dell’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) e in quell’occasione Maris evoca la necessità di raccogliere le voci della deportazione politica femminile. Nel 1994 a Torino l’Aned organizza il primo convegno sulla deportazione femminile. Facendoci carico di questo ricordo, a Udine la cerimonia si è svolta davanti al Monumento ai deportati friulani nei campi di concentramento nazisti posto all’ingresso del Parco della Rimembranza: tale opera vuole ricordare i 1188 friulani, deportati e deportate, nei KZ e qui nel loro ricordo abbiamo voluto cogliere nell’operato di Maris una seconda prospettiva con cui dare forma al suo ricordo. Non c’è storia della deportazione senza l’intreccio delle diverse esperienze di deportazione: questo ripeteva Maris da testimone e da presidente dell’Aned ed è così che il 5 maggio 2021 la sua voce, in ogni luogo, si è intrecciata a quella di una donna sopravvissuta e testimone come lui.
La cerimonia del 5 maggio 2021 si è realizzata grazie alla collaborazione di
Interventi di apertura Pietro Fontanini- Sindaco di Udine, Antonio De Lucia – Vice-presidente Aned Udine, Marco Balestra – Presidente Aned Udine
Gianfranco Maris: scritti e discorsi contro l’oblio
Due prospettive per il nostro ricordo
Nel testo letto le citazioni di Gianfranco Maris sono tratte da Oltre Mauthausen. Sulle strade della giustizia. La globalizzazione dei diritti (Mimesis – Fondazione Memoria della Deportazione, Milano 2021). Voce di Valentina Rivelli.
Nella foto Gianfranco Maris seduto vicino al compagno Abele Saba al Consiglio Nazionale dell’Aned tenutosi a Udine il 14-15 novembre 1987. In piedi si riconosce Bruno Vasari. Archivio fotografico Fondazione Memoria della Deportazione.
Le parole di Lidia Beccaria Rolfi
Dall’intervista di Lidia Beccaria Rolfi tratta da Le donne di Ravensbrück. Voce di Valentina Rivelli.
Lidia Beccaria Rolfi (1925-1996) partecipa alla Resistenza nel cuneese, è arrestata nell’aprile 1944. Trasferita a Saluzzo e quindi nelle carceri di Torino, è poi deportata a Ravensbrück.Nel dopoguerra, con tenacia, si impegna a far sentire la voce della deportazione femminile: insieme ad A. M. Bruzzone pubblica nel 1978 Le donne di Ravensbrück, pietra miliare nella costruzione della memoria della deportazione delle donne.
L. Beccaria Rolfi e A. M. Bruzzone, Le donne di Ravensbrück. Testimonianze di deportate politiche italiane (1978), Einaudi, Torino 2020.
Nella foto Lidia Beccaria Rolfi, per gentile concessione della famiglia alla mostra Inscritto nel blu del cielo a cura di Isrec Bergamo, 2012.