Alberobello – Bari – Puglia

Contrada Albero della Croce

La Masseria Gigante, un grande stabile con circa trenta vani di varia grandezza, si trova nel territorio di Alberobello, in contrada Albero della Croce, a cinque chilometri a sud-ovest dell’abitato, sulla via per Mottola e quasi al confine col territorio di Noci, immersa in una ricca e varia vegetazione mediterranea con un panorama di rara bellezza. La località al confine tra le Città di Taranto, Monopoli e Mottola è ricca di testimonianze del passato, tra cui quelle archeologiche. La casa è stata costruita nella seconda metà dell’Ottocento da Francesco Gigante, un ricco sacerdote che ne fece un istituto agrario (1887-1939); requisita dalle autorità fasciste è diventata campo di internamento (1940-1943) dove sono rinchiusi inglesi, ebrei stranieri (soprattutto jugoslavi) e italiani. Con l’armistizio e la liberazione del territorio è campo di prigionia per detenuti fascisti e dal 1949 per donne “indesiderabili”: ex-collaborazioniste, prostitute, donne con fragilità psichiche, ma anche semplicemente detenute senza documenti. E spesso anche per i loro bambini. Utilizzata poi come luogo di rieducazione per minori è stata abbandonata dal 1970. Oggi il luogo è riabitato con la volontà di renderlo luogo di memoria e di arte, capace di generare una conoscenza in cui la consapevolezza del passato si intreccia con la ricerca artistica contemporanea, attraverso un’attenzione particolare per la Land art. Ricordare Maris in questo luogo significa ribadire il suo impegno per la costruzione di luoghi della memoria nel nostro paese.

La cerimonia del 5 maggio 2021 si è realizzata grazie alla collaborazione di Fondazione Casa Rossa

Intervento di apertura Fabio Macaluso- Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Casa Rossa

Gianfranco Maris: scritti e discorsi contro l’oblio

Il filo rosso dell’antifascismo

Nel testo letto le citazioni di Gianfranco Maris sono tratte da Oltre Mauthausen. Sulle strade della giustizia. La globalizzazione dei diritti (Mimesis – Fondazione Memoria della Deportazione, Milano 2021) e da appunti manoscritti sparsi ritrovati nelle sue carte private. Voce di Caterina Valente

Ritratto di Gianfranco Maris realizzato da Armando Maltagliati nel campo di Fossoli (1944) per gentile concessione di Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned).

Le parole di Lidia Beccaria Rolfi e Nella Lilli Mascagni

Da Lidia Beccaria Rolfi  in Le donne di Ravensbrück; da un discorso del 1975 di Nella Lili Mascagni in A. Buffulini, Quel tempo terribile e magnifico; dalla storia di Zivaric Zlatan Maria di Lorenzo in F. Terzulli, La casa Rossa. Un campo di concentramento ad Alberobello. Voce di Caterina Valente.

Lidia Beccaria Rolfi (1925-1996) partecipa alla Resistenza nel cuneese, è arrestata nell’aprile 1944, trasferita a Saluzzo e quindi nelle carceri di Torino, è poi deportata a Ravensbrück. Nel dopoguerra con tenacia si impegna a far sentire la voce della deportazione femminile: insieme ad A. M. Bruzzone pubblica nel 1978 Le donne di Ravensbrück, pietra miliare nella costruzione della memoria della deportazione delle donne.

Lilli Mascagni, impegnata nella Resistenza in Val di Fiemme, fu detenuta del campo di Bolzano e assegnata al blocco delle celle. Nel dopoguerra fu insegnante e attiva nella politica e nella costruzione della memoria della Seconda guerra mondiale in Alto Adige.

Lidia Beccaria Rolfi  in Le donne di Ravensbrück Einaudi, Torino 1978.

Grazie alla generosità di Fondazione Casa Rossa abbiamo aggiunto la storia di Zivaric Zlatan Maria di Lorenzo nata il 13-06-1928 in Jugoslavia. lascia il suo paese seguendo l’uomo che diventerà poi suo marito. Nel dopoguerra è internata a Casa Rossa poiché straniera senza documenti.

Il testo su Zivaric Zlatan è tratto da  F. Terzulli, La casa Rossa. Un campo di concentramento ad Alberobello, Mursia, Milano, 2003.

Lili Mascagni in A. Buffulini, Quel tempo terribile e magnifico, Mimesis Aned, Milano 2021.  

Nella foto Lidia Beccaria Rolfi, per gentile concessione della famiglia alla mostra Inscritto nel blu del cielo a cura di Isrec Bergamo, 2012.