Carpi – Modena – Emilia Romagna
Cortile delle Stele, Museo monumento al deportato politico e razziale
Il cortile delle Stele all’esterno del Museo Monumento al Deportato Politico e Razziale di Carpi riunisce i nomi dei principali campi di concentramento e sterminio tedeschi. Con la forza del gesto artistico, il luogo fa eco alle scelte museali compiute all’interno delle sale del Palazzo dei Pio che ospita il Museo Monumento. La decisione di erigere a Carpi nel cuore stesso della città tale opera è presa negli anni Sessanta e si collega direttamente all’esistenza nel territorio del campo di concentramento di Fossoli. Lo sforzo concorde di architetti, pittori e artisti prospetta un cammino tra le testimonianze delle deportazioni e della distruzione di massa che l’ordine modulare delle forme architettoniche e l’espressività dell’arte hanno reso avvicinabili e comunicabili. Il Museo rifugge da ogni elemento retorico del discorso sulla deportazione e si sviluppa in 13 sale volutamente lasciate nella semplicità dell’intonaco grezzo, salvo alcune pareti accentuate dalla presenza di graffiti di Guttuso, Léger, Cagli, Longoni, Picasso, artisti che portano nella loro opera anche la personale esperienza della guerra e della deportazione. Le frasi che Nelo Risi ha tratto dalle Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea, graffite nell’intonaco, fasciano e contengono lo spazio.
Aprire a Carpi il capitolo del ricordo di Maris dedicato alla costruzione della memoria collettiva della deportazione significa ribadire quanto questa abbia significato per Maris e i suoi compagni e compagne dell’Aned ed esprime la loro volontà di individuare percorsi conoscitivi in cui arte e storia si integrano coinvolgendo la collettività.
La cerimonia del 5 maggio 2021 si è realizzata grazie alla collaborazione di
Interventi di apertura Pierluigi Castagnetti- Presidente Fondazione Fossoli, Alberto Bellelli- Sindaco di Carpi, Enrico Campedelli – ex Sindaco di Carpi, Ercole Losi- presidente Associazione Amici del Museo Monumento al Deportato
Gianfranco Maris: scritti e discorsi contro l’oblio
L’immaginazione dei luoghi: costruire la memoria della deportazione in Italia
Nel testo letto le citazioni di Maris sono tratte dal manoscritto per un’orazione pubblica tenuta a Carpi (s.l. e s.d.), estratti da Oltre Mauthausen. Sulle strade della giustizia. La globalizzazione dei diritti (Mimesis – Fondazione Memoria della Deportazione, Milano 2021) e appunti manoscritti vari per interventi in riunioni presumibilmente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati. Il materiale inedito è conservato nelle carte private di Gianfranco Maris. Voce di Micaela Piccinini.
Nella foto Gianfranco Maris insieme a Piero Caleffi al tavolo della presidenza del IV Congresso dell’Aned. Archivio fotografico Fondazione Memoria della Deportazione.
Le parole di Luciana Nissim
Da Luciana Nissim, Ricordi della casa dei morti. Voce di Micaela Piccinini.
Luciana Nissim (1919-1998) partecipa alla Resistenza in Val d’Aosta ed è catturata con gli amici Primo Levi e Vanda Maestro: riconosciuti “ebrei” sono trasferiti a Fossoli e deportati a Auschwitz. Vanda non farà ritorno e morirà a Birkenau. Luciana, dopo avere scritto uno dei primi libri su Auschwitz, si dedica alla psicoanalisi.
Il testo è pubblicato per la prima volta in L. Nissim e P. Lewinska, Donne contro il mostro, Edit, Milano 1946. Oggi, L. Nissim, Ricordi della casa dei morti e altri scritti, a cura di A. Chiappano, introduzione di A. Cavaglion, Giuntina, Firenze 2008.
Nella foto Luciana Nissim, per gentile concessione della famiglia alla mostra Inscritto nel blu del cielo a cura di Isrec, 2012.