Roma – Lazio
Le fosse Ardeatine
Il Mausoleo delle Fosse Ardeatine è frutto del primo concorso pubblico indetto all’indomani della liberazione per erigere un monumento “a perenne ricordo dei Martiri e di tutti i caduti della guerra di Liberazione”. In questo luogo il 24 marzo 1944, come rappresaglia per l’attentato di via Rasella, vengono fucilate 335 persone. Herbert Kappler era stato incaricato di stilare la lista con l’ordine di fucilare 10 italiani per ogni tedesco rimasto ucciso. Le esecuzioni iniziano nel pomeriggio e a sera i nazisti minano gli ingressi delle cave.
Il progetto per il mausoleo, frutto della collaborazione dei due progetti vincitori, allontanando da sé l’idea di cimitero di guerra, riprende la suggestione avanzata dalle famiglie delle vittime che spingevano per una risoluzione catacombale. I lavori ebbero inizio il 22 novembre 1947 e durarono due anni: le polemiche e le denunce per le soluzioni proposte dallo scultore Mirko hanno reso la realizzazione un’occasione per difendere l’arte moderna e le ricerche formali, aliene da retoriche celebrative. In questo luogo, simbolo della memoria del nostro paese, abbiamo voluto ricordare Maris e ritornare alla radice della nostra Costituzione ritrovando così il significato della deportazione nella nostra storia.
La cerimonia del 5 maggio 2021 si è realizzata grazie alla collaborazione di
Intervento di apertura Aldo Pavia- Vice presidente Aned nazionale e Presidente Aned Roma
Gianfranco Maris: scritti e discorsi contro l’oblio
La scelta per un mondo giusto: il partito comunista e l’impegno nella politica
Nel testo letto le citazioni di Gianfranco Maris sono tratte da un’orazione inedita per il 2 giugno conservata nelle sue carte private. Voce di Patrizia Romeo.
Nella foto Gianfranco Maris in visita con i compagni alle Fosse Ardeatine, durante l’VIII Congresso dell’Aned a Roma nel 1980, archivio fotografico Fondazione Memoria della Deportazione.
Le parole di Teresa Noce
Da Teresa Noce Rivoluzionaria professionale. Voce di Patrizia Romeo.
Teresa Noce (1900-1980), militante comunista tra i fondatori del partito è, insieme al marito Luigi Longo, costretta all’esilio dopo l’ascesa del fascismo al potere. In Francia partecipa alla Resistenza, è arrestata nel 1943 e quindi deportata a Ravensbrück.
T. Noce, Rivoluzionaria professionale (1974), Red Star Press, Roma, 2016.
Nella foto Teresa Noce, archivio privato.